lunedì 4 maggio 2015

Whiplash di Damien Chazelle. Recensione


Whiplash​ del 30enne Damien Chazelle​ è la storia di un talentuoso studente di batteria e del suo maestro spietato.
Alla base c'è l'esperienza del regista che da adolescente suonava la batteria in un'orchestra liceale che diventò così famosa da esibirsi anche durante due cerimonie di insediamento del presidente degli Stati Uniti e durante il JVC festival di new York.
La pellicola che si è aggiudicata ben tre statuette agli ultimi Academy Award, miglior attore non protagonista a J.K. Simmons, miglior montaggio e miglior sonoro, si è distinta per la semplicità e un taglio pulito e ben focalizzato.
Piccolo gioiellino del cinema indipendente, Whiplash è stato fortemente voluto dal giovane Damien Chazelle il quale, a corto di fondi, ha convinto i produttori a finanziarlo terminando le riprese in soli 19 giorni.

 
Questo film non usa mezzi termini, esplode nella brutalità di un sogno che richiede sangue e sudore e narrativizza un sentimento, quello della grandezza e della perfezione, reggendosi in equilibrio sul tempo di batteria. Racconta la solitudine del musicista, la ricerca della perfezione, il contrasto tra vita e arte e la fatica, quella necessaria a sublimarsi nella musica. Aneddoto cardine della pellicola, che diventa nelle parole di uno dei protagonisti la chiave di volta, è quello che racconta del sassofonista Charlie Parker che si vide lanciare addosso un piatto della batteria da Jo Jones solo perchè aveva sbagliato un tempo. Grande protagonista è l'ossessione della perfezione che in questo film segue il tempo del jazz e il ritmo accellerato del cuore all'inseguimento del proprio sogno di grandezza.

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